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NATURA |
Costruita in territorio prevalentemente pianeggiante, Cilavegna ha sempre avuto grande rispetto per l'ambiente naturale. In particolare, è da segnalare che da diversi anni l'amministrazione comunale promuove la raccolta differenziata dei rifiuti, permettendo così il loro riciclaggio; così come pure ha acquistato un terreno sabbioso a dosso, il cosiddetto "Bosco Oliva", affidato in concessione ad una associazione locale per un progetto di ricostruzione di un bosco con specie autoctone. |
STORIA |
Il nome di Cilavegna si trova per la prima volta in un documento del X secolo, in cui era citato come "Cilavinnis". Il nome, nei secoli successivi, si trasformerà via via in "Celavegna, Cellavegna, Cillavegna, Cellavigna". La prima parte del nome, "cella", è un toponimo che fa riferimento all'abitudine in epoca romana di costruire anche lungo le strade secondarie, una delle quali passava per Cilavegna, delle celle, o depositi, per l'annona militare; la seconda parte del nome, "vegna", fa riferimento alla cultura della vite particolarmente adatta a terreni non ancora irrigui. I due termini ci portano al significato finale del nome del paese: "Deposito presso le vigne". si legge che il re Berengario I concede al vescovo Giovanni di Pavia
di erigere una fortificazione difensiva attorno alla pieve della Parrocchia
di Cilavegna, per difenderla dalle incursioni degli Ungari; si presume
che tale scritto sia stato redatto prima del 25 dicembre 915, giorno in
cui Berengario I viene incoronato imperatore. |
CHIESE |
Chiesa parrocchiale : dedicata ai Santi Pietro
e Paolo, risalgono al X secolo: è infatti intorno ad essa che viene
eretto il castello. Gli scavi eseguiti nel 1942 lo confermano, indicando
che la chiesa, risalente al XII secolo, è una ricostruzione della
precedente e che la primitiva pieve probabilmente risale addirittura al
V-VI secolo. Nell'anno 1669 si decide di restaurare ed ampliare la costruzione,
ormai angusta per i bisogni della popolazione. Tra le numerose opere pregevoli
esistenti nella chiesa spiccano un ostensorio in argento del XVIII secolo
lavorato a cesello e a sbalzo, il baldacchino, usato ancora oggi nelle
solenni processioni, lavorato e decorato con pannelli in oro, rappresentanti
episodi della vita di Cristo. Chiesa di Sant'Antonio: risalente al periodo romanico, dava il nome alla porta sud del paese Chiesa di Santa Maria: nota anche con il nome di Chiesa della Madonna del Santo Rosario, costruita a metà del XV secolo, rifatta interamente nel 1640 e ricostruita a croce greca con tre altari; degni di particolare attenzione sono gli affreschi del 1600 contenuti nella cappella di destra raffiguranti San Vincenzo ferreri ed altri santi domenicani, senza dimenticare la statua lignea del Cristo morto posto nella mensa. Sul finire del 1700, la chiesa fu abbandonata e venne profanata ed adibita a deposito di legname; solo la forza di volontà dei membri del Pio Consorzio del Santo Rosario fece rinascere questo edificio sacro riportandolo agli antichi splendori e assumendolo come sede della Confraternita del Santo Rosario; Chiesa della Beata Vergine d'Oropa: opera di don Giovanni Delconsole, rimase incompleta col solo abside, il presbiterio ed il campanile; di stile gotico, reca nell'interno un altare in cotto su cui poggia l'altare della Madonna; Chiesa della Beata Vergine del Carmine, innalzata nel XVII secolo, ha una pianta a volta con due altari laterali e l'altare maggiorein marmo che racchiude la statua della Beata Vergine. Pregevoli sono il coro ligneo e l'acquasantiera del 1400. Santuario di Sant'Anna, posto alla fine di
un suggestivo viale alberato, situato lungo una strada secondaria che
conduce a Parona, luogo di culto molto importante per gli abitanti dei
due paesi limitrofi. Le origini della costruzione sembrano risalire agli
anni precedenti il 1600, anche se è solo dal XVII secolo che ci
giungono notizie fondate sulla sua effettiva esistenza. Anticamente era
denominata "Gesiolo della Calderlina" e serviva come supporto
della cascnia omonima. La chiesa rischiò la distruzione in due
occasioni: la prima nel 1671, quando per ordine del Vicario, l'immagine
della Vergine Maria doveva essere trasportata nella Chiesa parrocchiale;
fortunatamente ciò non accadde ed il Santuario venne ristrutturato
e rinforzato per evitare i furti. In seguito, per molti anni, non vennero
celebrate Messe, fino al 1719, quando il frate A. Zuccola convinse la
Curia a ricominciare a celebrare le sacre funzioni. Nel 1871 di nuovo
il pericolo di demolizione, stavolta a causa del canale Quintino Sella,
che sarebbe dovuto passare sul terreno del Santuario: anche questa volta
ilpericolo fu scongiurato grazie all'intervento dell'ingegnere cilavegnese
Giuseppe Pisani che modificò il tracciato del canale. |
MUSEI |
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TEATRI |
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CASTELLI |
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CULTURA |
In costruzione |
SPORT |
Acqua Tropical - attrezzatissimo
parco acquatico, vanto del paese, che comprende piscine, acquascivoli,
bar e ristorante. |
SHOPPING |
Come la maggior parte dei paesi lomellini, fino alla
metà del XX secolo la maggior parte della popolazione si dedicava
prevalentemente all'agricoltura. L'insediamento di numerosi e moderni
impianti industriali, in particolare meccanici, tessili e calzaturieri,
ha modificato quasi completamente l'assetto economico del paese e molte
sono state le energie e la creatività impiegate per riuscire ad
acquisire il giusto valore in campo nazionale ed estero. Cilavegna ha
dato i natali a Pietro Conti, che nel XIX secolo realizzò il tachigrafo,
prototipo della macchina da scrivere, e a Mario Pavesi, creatore dell'omonima,
grande industria dolciaria. Nonostante la crescente industrializzazione,
si mantiene alto il valore della tradizione agricola scandita dai ritmi
di una natura generosa che vede nella produzione dell'asparago la sua
punta di diamante. |